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ICF, ICIDH E ICD che significano e a che servono?

NORMATIVA SCOLASTICA - ICD, ICDH E ICF



Nel 1990 l’OMS si è dotata di uno standard diagnostico, l’ICD International Classification of Diseases (malattie). Nel 1994 è entrata in vigore negli Stati membri.

Serve a definire le caratteristiche eziologiche, fisiologiche e anatomiche delle malattie. Viene aggiornata periodicamente. 

Infatti, oggi si è giunti all’ICD 11 (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati), approvata nel 2018 ed entrata in vigore nel 2022.


Si basa su 6 assi: 

  1. Disturbi psichiatrici
  2. Disturbi specifici dello sviluppo
  3. Livello intellettivo
  4. Sindromi organiche associate (cioè patologie fisiche)
  5. Condizioni psicosociali
  6. Valutazione globale del funzionamento psicosociale


Nel 1980 l’OMS ha adottato uno strumento di classificazione appositamente pensato per la DISABILITA’ e cioè:

l’ ICIDH 🡪 International Classification of Impairment, Disabilities and Handicaps (Menomazione, Disabilità ed Handicap)


In essa, la nozione di disabilità è collegata ad una catena sequenziale che parte da una menomazione, che a sua volta comporta una disabilità, la quale si traduce in un handicap ovvero in una condizione di svantaggio sul piano sociale.


Vediamone i singoli significati.

IMPAIRMENT: menomazione (perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica o fisica)

DISABILITY: disabilità (perdita o limitazione – conseguente a menomazione – della capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale per un essere umano)

HANDICAP: condizione di svantaggio (perdita o diminuzione della capacità di “conformarsi” alle aspettative o alle norme proprie del contesto sociale in cui il soggetto si trova ad interagire. Il soggetto è limitato o impedito nel ruolo normale che avrebbe in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali). 



Nel 1999 l’OMS ha pubblicato la revisione dell’ICIDH, nota come ICIDH-2.

L’ICIDH-2 elimina quei termini aventi una valenza negativa: al posto di disabilità si parla di attività e al posto di handicap si parla di partecipazione.

Si pone l’accento, quindi, sui punti di forza della persona in relazione al contesto.

Questo processo di revisione terminologica e concettuale culmina, 2 anni dopo, nell’ICF.

L’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) è lo strumento elaborato nel 2001 dall’OMS, e riconosciuto da 191 Stati, per descrivere e misurare la salute e il funzionamento globale delle persone.

L’ICF intende la disabilità come una condizione di salute (fattore personale) all’interno di un contesto sfavorevole (fattore ambientale). La disabilità (come fenomeno multidimensionale) è vista come esperienza umana che tutti possono vivere nel corso della loro esistenza.

L'ICF-CY (2007) è la versione dell’ICF utilizzata per bambini e adolescenti (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute per bambini e adolescenti, in inglese: International Classification of Functioning, Disability and Health version for Children e Youth). 


L’ICF si basa sul modello bio-psico-sociale della disabilità, derivante dall’integrazione del modello medico e di quello sociale. Il modello medico considera la disabilità come una tragedia personale, un problema da affrontare esclusivamente a livello individuale. 

Il modello sociale, invece, sposta l’attenzione dalla persona al contesto sociale: è il contesto sociale a creare disabilità attraverso barriere e/o culture ‘disabilitanti’.


L’ICF esamina l’interazione tra fattori soggettivi (fisici e psichici) e fattori esterni-contestuali e descrive, così, il funzionamento globale (o, meglio, bio-psico- sociale) di ciascun individuo. 

Ad ogni livello di classificazione, infatti, sono associati dei codici che qualificano lo stato di salute organica, psichica e sociale di ogni persona:


B sta per body (funzioni corporee) 🡪 le funzioni fisiologiche, per es. la funzione cardiovascolare, riproduttiva o respiratoria


S sta per structure (strutture corporee) 🡪 le parti anatomiche, per es. organi o arti


D sta per domain (attività e partecipazione) 🡪 


  • Attività si riferisce alle attività personali descrivibili con 2 qualificatori: capacità (cioè l’abilità di eseguire un compito o un’azione senza l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali) e performance (cioè l’abilità di eseguire un compito o un’azione sotto l’influsso di fattori contestuali). 

Esempio. Io potrei saper cantare, da solo in auto, senza l’influsso di fattori contestuali. Questa è la mia capacità. Ma la mia performance in pubblico può essere penosa a causa dell’influsso contesto, perché magari mi sento giudicato e mi blocco.

  • Partecipazione si riferisce, invece, al coinvolgimento attivo in una normale situazione di vita integrata.


E sta per environment (fattori ambientali): il contesto / luogo in cui si vive


In sintesi, l’ICF è uno strumento importante che supera lo stigma dovuto alla distinzione tra persone normodotate e persone con disabilità, in quanto è applicabile a tutti, indistintamente: ognuno di noi presenta un funzionamento descrivibile con l’ICF. Viceversa, l’ICIDH era stato appositamente pensato per la disabilità. 


L’ICF usa l’espressione persone con disabilità.


NOTA L'ICD-11 e l'ICF sono complementari e dovrebbero essere utilizzati insieme.


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